giovedì, settembre 09, 2010

Il Pidru salvato

"Fu vera gloria? Ai posteri l'ardua sentenza"
Infarto, collasso, ischemia?
Un sasso sul sentiero, uno zaino sotto la testa, un uomo sdraiato a terra, la mano sul collo.
Una forra stretta ed un torrente. In fondo ed in cima una cascata ed un laghetto.
Acqua fredda. Aria calda. È quasi mezzodì.
Una donna, è Laura, chiama il 118.
Arriva l'elicottero. Forse siamo esagerati, forse no: è l'inizio di una bella avventura.
Morirà Pidru?
Magari - pensa uno sciacallo di passaggio.
Lui non è dell'idea: ci tiene alla pelle. Tutto compreso nel suo ruolo di persona in difficoltà, forse ripensa a Foe.
Due grandi atleti, uno accasciato sul campo, uno sul sentiero, in gita. Semplice, tranquilla, amicale.
Una zolla. Un sasso.
All'improvviso un frastuono. Ecco arriva!
L'elicottero sale da valle, volteggia, scompare, risale, si ferma. Si cala.
Pian piano. Giù giù.
Fermo, immobile, si apre. Un uomo si cala, atterra. Un altro lo segue. Stop.
Rumore e vento. Le pale spazzano l'aria, sollevano spruzzi, sparano foglie e rametti.
Lontani guardiamo, gli occhi coperti.
Si ferma, si alza, si leva, s'innalza l'alata libellula riparte chiassosa.
Silenzio.
Due esseri arancioni s'avvicinano a Pidru.
"Qua il braccio". Gli aprono le vene.
Tinco come un sardone di quattro giorni, il nostro amico stupito si guarda i buchi negli arti.
Uno, niente vena, due, s'è rotta, tre "sta' calmo" riprova. Il sangue che sgorga. "La flebo, coraggio!"
Che lago di rosso! "Sto bene, sto bene! Non voglio volare!"
"Qua il polso, sta' buono". È fatta, è fatta!
Il liquido inonda le vene esauste. L'eroe sta tremando. Ha freddo? È fifa?
Delira? Esorta in dialetto : "Lasciatemi in pace!"
Son gli ultimi fiati di dolce sua vita?
"O Titolo buono, soccorrimi ancora! Non voglio lasciar, solo, questa dimora!"
"Non posso salir sull'alato destriero. Sta bon. Nu bazila. T'an ved chl'è fìnida?"
Un medico pio, papa di Bernardo, un altro arancione che vien da Belluno, il Titolo buono che pur l'ha soccorso, un saggio infermiere capace ed accorto, amici d'intorno...che cosa di più?
Uno sciacallo di passaggio azzarda: "Anch'io un infarto! Io voglio volare!"
Barella distesa, aperta, imbottita accoglie il corpo del nostro atleta.
"Allunga le gambe, sta' calmo, relax!"
"Nu strinz, t'am fé mel. T'an è na pasteina. Mel d'eria. Mel d'eria!"
"Apri la bocca, alza la lingua, due gocce di calma".
Il buon infermiere telefona un cali. Di nuovo rintrona tempesta e rumore. Arriva, rispunta.
Si cala più basso. Sta fermo, impettito. Le pale si agitano. Il vento rispazza la stretta
valletta. La forra riempie di foglie e rumor. È basso. Sì basso!
Il medico sale, lo zaino attaccato. Risale. Rientra.
E cala di nuovo il forte verricello.
Barella è legata. Aggancia infermiere l'alato eroe di tanta giornata.
E Pidru? Si tace. E' morto? L'infarto?
"S'un mor adess un mor piò" si pensa fra amici.
Va su piano piano. Libellula immobile.
Si ferma. Si gira. Risale. Riprende. E Pidru di fuori, attaccato alla barra.
Su presto. Voliamo!
Un uomo è di fuori! Son due!
Le cime s'abbassano sotto.
È sopra, riparte, s'invola. È a valle!

Che grande avventura! Ci aspetta Belluno! Che opera d'arte! Che grande attor!
Che attori! Che eroe! Che grande giornata!
Valeva la pena.
"Anch'io un infarto!" ripensa il sciacallo.

Un'altra medaglia al valore civile!
A chi? Ai salvatori? Ma no! All'amico.
A Pidru. A chi? Altrimenti?
E Matrix? Chi è?
J.R.? E chi sono?
Un film incantato. In prima visione.
Biglietto? Gratuito!
A beautiful mind? O no, it is better. A beautiful show!

Or come si disse da Manlio e dai più: che bene finì è ben quel che fu.

1 commento:

Unknown ha detto...

Me lo ricordo bene il fatto, io c'ero .