Il 22 Novembre 1998 Rimini finì sotto il mare.
Un mare di neve la coprì tutta, la sommerse completamente.
Tutte le città sono belle sotto la neve. I piccoli paesini poi...
La spiaggia però è un luogo fatato. Tutto bianco, il cielo grigio, queste strane farfalline bianche che scendono giù dal cielo e volano qua e là.
Non ci sono più i colori. Tutto è bianco e grigio.
Quando nevica e sei da solo al mare è come se tu fossi in una favola.
Silenzio. Anche le onde stanno zitte, arrivano a riva piano piano: capita che a volte ti chiedano scusa.
Così fu quel giorno di novembre.
Mentre tutti erano a tavola, Pietro attraversò la strada, coperto ben bene, si infilò nella spiaggia, vicino al Porto.
Guardava tutto con occhi stupiti. Era freddo, ma mica tanto. Se è troppo freddo non nevica.
Nascosto dietro un capanno vide un gabbiano, poi altri lì vicino. Non scappavano, stavano insieme per farsi caldo. I più coraggiosi, con la sciarpa al collo, volavano sopra le onde. Si divertivano da matti. Qualcuno aveva anche gli stivaletti: erano pochi quelli che se li potevano permettere.
Come, come?! Era proprio quello che gli aveva raccontato un vecchio pescatore, l'amico di suo babbo:"Quando nevica i gabbiano mettono su la sciarpa; ma continuano a volare. Devono mangiare, no?!" Quelli che avevano più freddo andavano all'Ospedale. No, non da ricoverati! Beccavano nei rifiuti.
Come sono eleganti!
I gabbiani di Rimini sono cugini di quelli americani; ma sono più piccoli: non hanno proprio tutto e mangiano quando possono. Ma la sciarpa no! La sciarpa ci vuole perché quando tira il maestrale, quando soffia la "burièna" con che cosa ti copri il collo? Il mal di gola è brutto d'inverno!
E se non riesci a mandare giù il pesciolino che hai appena pescato o quello che i pescatori buttano fuori dalla barca...
Quando nevica poi, tutto scompare. Sei solo, non vedi più nulla, Gabicce laggiù è scomparso. Non senti più nulla.
Solo i gabbiani facevano compagnia a Pietro. Le loro zampe sulla neve avevano lasciato le impronte.
Anche un cagnolino coraggioso, con la sciarpa pure lui, abbaiava alla neve. Poi, più nulla.
Rimini di tutti i colori adesso era in bianco e nero.
Anche i pesci vennero a galla a vedere lo spettacolo. Quando nevica vengono sempre a vedere. A gruppi, con gli amici. C'è anche qualche pesce fidanzato con la sua morosa. E le parla, le spiega, la stringe a sè.
Pochi pesci al mondo hanno la fortuna di vedere Rimini sotto la neve.
Ce ne era uno, ricordo, che aveva viaggiato per tutti i mari. Era stato anche, da giovane, alle isole Tonga. Sembrava avesse un sesto senso: quando nevicava a Rimini era sempre lì, in prima fila, a 20 metri dalla riva.
Quell'anno aveva portato con sè alcuni amici russi. Loro di neve se ne intendono. Bene: tutti, tutti dissero che sì, Rimini sotto la neve è un cosa proprio straordinaria. "Assomiglia un po' a Milano" disse uno di loro che una volta si era perso ed era finito chissà come in Piazza Duomo. "Ma a Milano non c'è il mare; c'è solo il Naviglio" aggiunse deciso.
Non nevica spesso a Rimini. Nevica solo quando arriva dal mare. Succede sempre così.
Pietro quell'anno se ne era proprio accorto.
Due giorni prima un vento forte, freddissimo, aveva spazzato l'aria. Il mare era gonfio gonfio, arrabbiatissimo. Se la prendeva moltissimo con la spiaggia. Schiaffeggiava il molo di continuo e borbottava, urlava anche.
Schiumava, era agitato, non lo si teneva più.
Poi, la mattina di domenica alle 4 e mezzo, bianca e silenziosa era arrivata la neve. Piano piano al buio. Solo il faro l'aveva vista ed aveva cercato di dirlo a qualcuno; ma tutti dormivano.
Grigio, il cielo, piano piano lentamente si era schiarito.
Pietro si era alzato alle 8. Era già tutto bianco. Zitto zitto, in punta di piedi, entrò nella camera del papà e della mamma e lo urlò loro nelle orecchie.
Adesso era lì a vedere la spiaggia bianca, con la sua slitta tirata per la corda; ma la spiaggia di Rimini non è in discesa e la slitta lo seguiva docile, stupita anche lei: non sapeva che pesci pigliare.
I pesci stavano bene attenti a non farsi pigliare. Dai gabbiani con la sciarpa.
Insomma Rimini era finita sotto un mare di neve e tutti erano contenti.
Il papà e la mamma lo chiamarono dalla finestra:"Pietro, vieni dentro che prendi freddo!" Ma Pietro non li sentì: stava filando sulla spiaggia con la slitta tirata dal cagnolino. Seduto dietro di lui un gabbiano impertinente con la sciarpa svolazzante si divertiva un mondo.
Nessuno dei due mangiò quel giorno.
Quando Pietro tornò a casa, bagnato fradicio, la mamma lo sgridò, ma nel suo cuore diceva:"Cosa sarai mai di questo figlio poeta? Quale sarà mai il suo destino?!"
Il papà con la faccia scura, in cuor suo rideva "Potessi anch'io incontrare i gabbiani con la sciarpa!!"
Il 22 Novembre 1998 Rimini si svegliò sotto la neve. Forse no.
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