mercoledì, settembre 08, 2010

DIO

Quando Dio, terminata la giornata di lavoro, decide di riposarsi, si siede sulla sua poltrona preferita, vicino alla finestra e allunga le gambe.
Poi tira fuori delle tasche il suo pacchetto di sigarette e l'accendino, lo appoggia sul bracciolo di sinistra, accende una sigaretta e la fuma lentamente.
Il portacenere nero fa bella mostra di sé sul bracciolo di destra.
Allora Dio prende il telecomando ed accende la televisione.
Per prima cosa cerca un notiziario, di solito guarda la CNN. Dio, come tutti sanno, sa tutto.
Non ha bisogno di guardare il telegiornale per conoscere i fatti successi nella giornata appena trascorsa, ma gli piace guardare come se li raccontano gli uomini e come li vedono loro.
E' un tipo veramente strano Dio.
D'altronde chi altri avrebbe fatto il mondo gratis?
Non ha chiesto nessun copyright, non ha fatto pubblicità, non si fa neanche tanto vedere in giro. Uno viene al mondo e non paga niente, l'aria che respira  non si compra, si bea gli occhi con delle albe da favola e non trova nessun botteghino.
Dio è decisamente matto!

Ho un amico, Bubi, che si crede Dio. Non per cattiveria, no. Neppure per pazzia. Crede semplicemente che se non fa le cose lui non le fa nessuno. Se fosse per lui il giorno conterebbe 25-26 ore, fors'anche 27-28. Gira sempre, non sta mai fermo. Qualche volta gioca a pallone, ma solo perché altrimenti nessuno segnerebbe i gol.
Da giovane ha trovato un ottimo posto di lavoro in una multinazionale, una specie di società tutta particolare con la Direzione Generale in una città lungo il fiume, antichissima, immortale, dicono.
Il Capo è un buffo vecchietto simpaticissimo sempre vestito di bianco (anche quando va a letto usa un pigiama dello stesso colore). Non sta mai fermo, gira di continuo in tutto il mondo ed è molto sportivo, conosce un sacco di gente e da del tu a tutti, al Grande Presidente degli Stati Uniti d'America ed alla vecchietta che vende le noccioline dietro il colonnato del Bernini.
Dio lo apprezza moltissimo, tant'è vero che, quando compare sullo schermo del suo SONY TRINITRON, tira due o tre boccate con evidente soddisfazione e disegna in aria tanti coloratissimi anelli di fumo.

Il nostro Bubi è conosciuto come Dio. Tutti i bambini di questa città in riva al mare gli vogliono bene, anche quelli appena tornati dalla Cina, anche i mongolini. Dirò di più. Un canguro saltatore, proveniente dall'Australia e che lavorava in un circo internazionale, mostrava segni evidenti di contentezza, quando sentiva questo buffissimo nome, più consono ad un cagnolino schizzinoso e ricciolino che ad un rappresentante di questa strana Società.
Il mio amico esploratore giurava che anche le echidne e gli ornitorinchi della sperduta Nuova Zelanda e perfino il Diavolo di Tasmania lo conoscevano.
Bubi naturalmente, cioè Dio. Scusate la confusione, cioè quello che si credeva Dio.

Dio vero, cioè quello veramente Dio, se ne stava tranquillo sulla poltrona a guardare tutto ciò che succedeva sulla Terra.
Intendiamoci. Dio lavora, e come lavora! Ma la sera gli piace stare un po' alla televisione. La sua faccia molto intelligente prende piano piano una stranissima espressione: le palpebre si abbassano a metà, la bocca si apre lentamente, il naso si dilata un pochettino, la sigaretta esala gli ultimi fumi nel portacenere, le gambe si allungano ancor più e la testa si curva leggermente in avanti. Quando compare il Maurizio Costanzo Show, Dio è già nel mondo dei sogni. Si riprende, sbarluzza gli occhi, raccoglie l'accendino ed il pacchetto di sigarette e si avvia verso la camera.
"Io vado a letto" dice agli Angeli infaticabili.
Con un frullo d'ali gli rispondono che anche loro lo seguiranno di lì a poco.

E Dio si riposa, contento.
Gli uomini gli piacciono tanto. E' così innamorato di loro che, se fosse per lui, starebbe giorno e notte a guardarli in silenzio, a contemplarli.
E pensare che gli danno tanti di quei problemi!
Non fa in tempo a rassettare un po' l'orto che qualcuno subito gli scava le buche, riesce a malapena a farli rappacificare che subito cominciano a litigare da un'altra parte, rimette a posto una foresta bruciata che, senza indugio, versano un sacco di petrolio nel mare.
I guai che gli procurano gli uomini lo sa solo Dio, cioè Bubi; cioè cioè Lui stesso, Dio quello vero: la mia vecchiaia mi gioca brutti scherzi!

Eppure Dio li ama.
Si commuove al vederli credere di esser gli unici a saper fare qualcosa; e sono pure convinti che, se ci si mettono, riescono a sistemare il mondo.
Si arrabattano, si affannano, elaborano piani grandiosi, spendono un sacco di soldi e non andrebbero neanche a dormire se solo potessero: come i bambini la notte della Befana. Poveri uomini.

E Dio si ostina.
Rimette a posto i loro guai e aggiusta anche quello che rovinano, come fa il babbo con i giocattoli del piccolo genietto capriccioso.

Dio riposa perché sa quanto costa fatica tenere tutto in ordine.
Bubi no, Bubi non si riposa.
Chissà chi ha ragione? …Dio? …Bubi?

Dio… beh, io sono contento che Dio mi abbia dato il mio babbo e la mia mamma e sono contento che sulla sua televisione guardi tutti i vecchi come me e tutti i bambini e tutte le donne che li accudiscono, tutte le mamme e tutte le nonne e tutte le ragazze che sono più belle di Megan Gale e delle Veline. E anche le mongoline Dio guarda!

Mi piacerebbe un giorno mettermi di fianco a lui, sulla poltrona alla sua sinistra (mentre il mio amico libanese sornacchia sognando la morosa e l'altro è in camera a scrivere E-mail alla morenita che ha appena conosciuto a Rio de Janeiro) a guardare giù sulla Terra, a cosa succede.
Spero che un giorno m'insegni come si fa a voler bene a queste strane bestioline come me e andare a dormire sereno e felice, perché tanto c'è chi ci pensa.

Bubi forse?

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