venerdì, aprile 20, 2018

Lo strano caso dei due amici che amavano il latte

Luigi stamattina è giunto a scuola col mal di pancia. Sdraiato, con la testa che gli girava e la compagnia di un amico buffo, aspetta lo zio che lo riporterà a casa. Paura della verifica di matematica? Mal di pancia tattico? Sta di fatto che la sua colazione è tutta in due barrette dietetiche mandate giù in fretta mentre il babbo e la mamma sono in viaggio. Desiderio di passare una mattinata con l’amata playstation senza tanti problemi o rimproveri?

Perché non ha mangiato latte e caffè con una fetta di pane e marmellata?

Il latte. Già, questo strano liquido bianco che ha dato il nome anche a una via in cielo, che tutti conoscono e tutti guardano stupiti.

Il latte lo succhiano i bambini dalla mamma direttamente, senza tante Centrali o latterie, senza contare supermercati e i negozietti. Si apre la bocca e ci si attacca direttamente alla produzione. Caldo, dolce e così facile da mandare giù. Che bella invenzione le mamme e quegli strani globi appesi appena sotto il viso, così bello che non si dimentica più per tutta la vita e oltre.

E succede così per tanto tempo che non vorresti finisse mai…e poi non ci si sta più in braccio e lei te lo dà nella tazza, quello di mucca però, che è una mamma che vive in campagna e mangia tanta erba e ne fa così tanto per il suo vitellino che ne può anche dare ai bambini e ai grandi, a chi lo vuole insomma.

Ci fu un tempo in cui il latte era portato a casa dai contadini, fresco, appena munto o dopo poco ed era caldo o appena tiepido, ma c’era tutto, latte latte, senza aggiunte o trattamenti, dal produttore insomma. Latte intero, oggi si direbbe, quando se ne conoscono tanti da rendere necessario un vocabolario per capirci qualcosa o una mappa per conoscerne la provenienza.

Il latte insomma ci accompagna da quando nasciamo a quando… a un certo punto si preferisce il vino o la birra o qualche bibita gasata o…chissà perché non si vuole più il latte? La merendina, il tè, il caffè, la brioche, il cappuccino, il succo di frutta, la Nutella.

Il latte, si dice, va bene per bambini, poi non si digerisce più, si dice.

Bubi a 70 anni ancora lo beve, la mattina prima di andare a scuola, a sera prima di dormire, la notte, se si sveglia a fare pipì, il pomeriggio quando ha sete. Bubi mangia tutto, tranne il cocomero e il coniglio, perché ne ha fatto indigestione una volta e ora…
Se volete fargli un regalo per il compleanno, in ottobre, regalategli del latte, meglio se al naturale e sempre fresco, cioè pensate a una mucca. Bubi lavora come un matto e non si stanca mai, non cresce mai di peso, se non per pochi giorni quando fa dei pranzi luculliani e sì che lo invitano spesso a casa delle famiglie romagnole fra cui vive; lui extracomunitario di qua dal confine di San Marino. Bubi non ha i mali degli anziani della sua età, non ha male di ossa, non si lamenta dell’artrosi, non ha mai mal di pancia, dorme come un ghiro e, se gli capita di prendere l’influenza, passa una settimana sì e no ed è di nuovo in campo, pimpante come prima.

A un amico quasi medico o meglio quasi genio è venuto il sospetto che il merito sia tutto del latte. Questo scienziato da marciapiede ha tutti i mali possibili: non dorme, non digerisce quasi niente, ha sempre mal di testa e mal di gambe, è ciccione con la schiena curva e i denti ridotti alla fila inferiore tranne uno, tenace, che resiste ancora tutto bucato e dondolante, perennemente stanco e lamentoso. “Mi metto a bere il latte anch’io” si è proposto; ma se lo fa, ahimè, la sua lattasi chissà dov’è finita e giù coliche su coliche.

E' uno scienziato, ancorché non laureato, ed è rimasto stupito quando Mimmo gli ha rivelato una cosa da Nobel.

Mimmo è nato a Napoli, è un immigrato dal Sud, ragioniere e imprenditore. Due figli e una moglie, a differenza di Bubi che moglie e figli non ne ha. Per forza: è prete! Diversi e amici, amanti del latte tutti e due. Che buono il latte! Mimmo, bel sorriso e voce da cantante, tifoso del Napoli, un bel giorno si scoprì un cancro. Era giovane, molto giovane e i medici dissero “Tagliamo”. Pezzi di stomaco malato finirono nella pattumiera ed ebbe una sentenza terribile: “Niente più latte”.
Ai napoletani, si sa, puoi chiedere tutto; ma non che rinuncino alla vita. Mimmo cominciò a mettere poche gocce d latte nell’acqua, da due a tre, poi quattro e cinque, poi via via pian piano ancora un po’ e un po’ di più. Mimmo, a dispetto de medici e di tutta la loro scienza, tornò a bere il latte, tutto il latte, il latte latte…e sta meglio, molto meglio. E’ tornato al lavoro o meglio alla pensione, perché cura l’orto ed i suoi cani, la casa e gli amici e “smette il maiale” come si dice. 
Il cancro? Boh! E’ un pezzo che non ha fatto più parlare di sé.

Le donne vivono di più e così le femmine dei mammiferi. 
Perché producono il latte?
Gli uomini crescono e guariscono col latte e così i maschi dei mammiferi. 
Perché bevono il latte?

Che sia il latte, l’elisir di lunga vita tanto cercato in tutti i tempi?

L’amico scienziato-pazzo ha deciso di continuare le ricerche: comprerà una mucca o, in subordine, cercherà una fidanzata…