Luigi stamattina è giunto a
scuola col mal di pancia. Sdraiato, con la testa che gli girava e la compagnia
di un amico buffo, aspetta lo zio che lo riporterà a casa. Paura della verifica
di matematica? Mal di pancia tattico? Sta di fatto che la sua colazione è tutta
in due barrette dietetiche mandate giù in fretta mentre il babbo e la mamma
sono in viaggio. Desiderio di passare una mattinata con l’amata playstation
senza tanti problemi o rimproveri?
Perché non ha mangiato latte
e caffè con una fetta di pane e marmellata?
Il latte. Già, questo
strano liquido bianco che ha dato il nome anche a una via in cielo, che tutti
conoscono e tutti guardano stupiti.
Il latte lo succhiano i
bambini dalla mamma direttamente, senza tante Centrali o latterie, senza contare
supermercati e i negozietti. Si apre la bocca e ci si attacca direttamente alla
produzione. Caldo, dolce e così facile da mandare giù. Che bella invenzione le
mamme e quegli strani globi appesi appena sotto il viso, così bello che non si
dimentica più per tutta la vita e oltre.
E succede così per tanto
tempo che non vorresti finisse mai…e poi non ci si sta più in braccio e lei te
lo dà nella tazza, quello di mucca però, che è una mamma che vive in campagna e
mangia tanta erba e ne fa così tanto per il suo vitellino che ne può anche dare
ai bambini e ai grandi, a chi lo vuole insomma.
Ci fu un tempo in cui il
latte era portato a casa dai contadini, fresco, appena munto o dopo poco ed era
caldo o appena tiepido, ma c’era tutto, latte latte, senza aggiunte o
trattamenti, dal produttore insomma. Latte intero, oggi si direbbe, quando se
ne conoscono tanti da rendere necessario un vocabolario per capirci qualcosa o
una mappa per conoscerne la provenienza.
Il latte insomma ci
accompagna da quando nasciamo a quando… a un certo punto si preferisce il vino
o la birra o qualche bibita gasata o…chissà perché non si vuole più il latte?
La merendina, il tè, il caffè, la brioche, il cappuccino, il succo di frutta,
la Nutella.
Il latte, si dice, va bene
per bambini, poi non si digerisce più, si dice.
Bubi a 70 anni ancora lo
beve, la mattina prima di andare a scuola, a sera prima di dormire, la notte,
se si sveglia a fare pipì, il pomeriggio quando ha sete. Bubi mangia tutto,
tranne il cocomero e il coniglio, perché ne ha fatto indigestione una volta e
ora…
Se volete fargli un regalo
per il compleanno, in ottobre, regalategli del latte, meglio se al naturale e
sempre fresco, cioè pensate a una mucca. Bubi lavora come un matto e non si
stanca mai, non cresce mai di peso, se non per pochi giorni quando fa dei
pranzi luculliani e sì che lo invitano spesso a casa delle famiglie romagnole
fra cui vive; lui extracomunitario di qua dal confine di San Marino. Bubi non
ha i mali degli anziani della sua età, non ha male di ossa, non si lamenta
dell’artrosi, non ha mai mal di pancia, dorme come un ghiro e, se gli capita di
prendere l’influenza, passa una settimana sì e no ed è di nuovo in campo,
pimpante come prima.
A un amico quasi medico o
meglio quasi genio è venuto il sospetto che il merito sia tutto del latte.
Questo scienziato da marciapiede ha tutti i mali possibili: non dorme, non
digerisce quasi niente, ha sempre mal di testa e mal di gambe, è ciccione con
la schiena curva e i denti ridotti alla fila inferiore tranne uno, tenace, che
resiste ancora tutto bucato e dondolante, perennemente stanco e lamentoso. “Mi
metto a bere il latte anch’io” si è proposto; ma se lo fa, ahimè, la sua
lattasi chissà dov’è finita e giù coliche su coliche.
E' uno scienziato,
ancorché non laureato, ed è rimasto stupito quando Mimmo gli ha rivelato una
cosa da Nobel.
Mimmo è nato a Napoli, è un
immigrato dal Sud, ragioniere e imprenditore. Due figli e una moglie, a
differenza di Bubi che moglie e figli non ne ha. Per forza: è prete! Diversi e
amici, amanti del latte tutti e due. Che buono il latte! Mimmo, bel sorriso e
voce da cantante, tifoso del Napoli, un bel giorno si scoprì un cancro. Era
giovane, molto giovane e i medici dissero “Tagliamo”. Pezzi di stomaco malato
finirono nella pattumiera ed ebbe una sentenza terribile: “Niente più latte”.
Ai napoletani, si sa, puoi
chiedere tutto; ma non che rinuncino alla vita. Mimmo cominciò a mettere poche
gocce d latte nell’acqua, da due a tre, poi quattro e cinque, poi via via pian
piano ancora un po’ e un po’ di più. Mimmo, a dispetto de medici e di tutta la
loro scienza, tornò a bere il latte, tutto il latte, il latte latte…e sta
meglio, molto meglio. E’ tornato al lavoro o meglio alla pensione, perché cura
l’orto ed i suoi cani, la casa e gli amici e “smette il maiale” come si dice.
Il cancro? Boh! E’ un pezzo che non ha fatto più parlare di sé.
Le
donne vivono di più e così le femmine dei mammiferi.
Perché producono il latte?
Gli
uomini crescono e guariscono col latte e così i maschi dei mammiferi.
Perché
bevono il latte?
Che sia il latte, l’elisir
di lunga vita tanto cercato in tutti i tempi?
L’amico scienziato-pazzo ha
deciso di continuare le ricerche: comprerà una mucca o, in subordine, cercherà
una fidanzata…
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