domenica, ottobre 03, 2021

La tesserina d'oro


(A Zizzo e Palmira - Nozze d'oro)

Quella ragazza vestita di bianco, venuta da lontano nella chiesa vicino al mare, che arriva dai monti dove la terra è più vicina al cielo e le stelle sono più grandi, chi è?

Il professore andato per lavoro lontano da casa se l'è portata qui. Chissà perché?

Eravamo giovani poco più grandi di lei e poco più piccoli del nostro amico che si sposava. Giovani seminaristi volevamo diventare preti come i nostri preti; ma Dio sceglie chi vuole, due a due, due si e due no. Allora non sapevamo, ma quella ragazza entrò così nella nostra vita, in quella di tutti.

La casa e le bambine vennero presto. Due. Come si conviene.

Il lavoro, la casa e gli amici.

E le bambine. Da badare quando gli sposi avevano incontri o feste o altro.

Amici ed una casa sempre aperta, non un nido “due cuori e una capanna”.

Una casa grande perché ognuno avesse del suo e insieme fosse di tutti.

Tre grandi case è un desiderio, aperto all'accoglienza, per la gloria di chi era morto per noi e poi tornato in vita.

La scuola e i ragazzi per un professore sempre in bicicletta.

La scuola e gli amici per la ragazza tirata giù dai monti. E le bambine. Niente maschi. Peccato!

Ma no! Chi viene al mondo viene al mondo perché deve venire al mondo, come il professore, mandato e la ragazza, mandata.

Chissà come succede che uno lasci suo babbo e sua mamma e faccia coppia fissa con una sconosciuta che poi diventa parte di sé e delle proprie cose, parenti amici e chissà che altro?

Come fa una ragazza a lasciare tutto ciò che è suo e non abbandonerebbe mai per seguire uno mai visto mai conosciuto che la guarda, le prende la mano, la porta via “dove tu non sai”?

Un mondo, una lingua, un'aria, affetti non suoi per farsi compagnia in strade note e misteriose su una promessa, la promessa che vale.

Gli amici vicini, gli amici oltre il mare, quel mare d’Oriente dove tutto è cominciato e tutto ricomincia e i bambini, i tanti bambini altrui che aspettano chi li tiri su, chi li metta sulla strada della vita accompagnandoli nel cammino, una scuola, la scuola del senso religioso.

Nel tempo e nello spazio sempre diverso e sempre pieno, sempre dietro a quell'uomo che marca i passi della loro vita.

E le bambine perché restano sempre tali anche se se ne sono andate per tornare al Nord dove tutto è cominciato. Come le rondini che tornano sempre a fare il nido dove sono nate, sempre lontane e sempre vicine.

Costi quel che costi, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, nelle gioie e nei tanti dolori, sempre in cammino, mai lasciando gli amici. Perché?

Perché fedeli a se stessi e a quella compagnia?

Nella basilica di San Vitale, nell'ultimo lembo di terra imperiale di Roma, la terra già piena di santi e di martiri, circondata dal mare dei barbari, illuminata da tante tessere d'oro a formare la gloria del Re che non muore, brilla una tesserina d'oro fra le tante, tutte smussate e composte, una per una.

Unica, inimitabile, brilla fra le altre a formare un disegno che stupisce chi guarda e ammira, come quella ragazza, come il professore lì vicino e gli amici del destino e le bambine, le nonne, i bambini della terra dove tutto nacque e quelli che non vedranno mai altro che i monti, dalla Sicilia così lontana, dalla Repubblica più antica a quelli che ci aspettano per le nozze senza fine.

Tutte tesserine d'oro!

Come la ragazza dei monti, venuta dai monti al mare, vestita di bianco, quel giorno, eterno nel tempo!



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