(A Zizzo e Palmira - Nozze d'oro)
Quella ragazza vestita di bianco, venuta da lontano nella chiesa vicino al mare, che arriva dai monti dove la terra è più vicina al cielo e le stelle sono più grandi, chi è?
Il
professore andato per lavoro lontano da casa se l'è portata qui. Chissà perché?
Eravamo
giovani poco più grandi di lei e poco più piccoli del nostro amico che si
sposava. Giovani seminaristi volevamo diventare preti come i nostri preti; ma
Dio sceglie chi vuole, due a due, due si e due no. Allora non sapevamo, ma
quella ragazza entrò così nella nostra vita, in quella di tutti.
La
casa e le bambine vennero presto. Due. Come si conviene.
Il
lavoro, la casa e gli amici.
E
le bambine. Da badare quando gli sposi avevano incontri o feste o altro.
Amici
ed una casa sempre aperta, non un nido “due cuori e una capanna”.
Una
casa grande perché ognuno avesse del suo e insieme fosse di tutti.
Tre
grandi case è un desiderio, aperto all'accoglienza, per la gloria di chi era
morto per noi e poi tornato in vita.
La
scuola e i ragazzi per un professore sempre in bicicletta.
La
scuola e gli amici per la ragazza tirata giù dai monti. E le bambine. Niente
maschi. Peccato!
Ma
no! Chi viene al mondo viene al mondo perché deve venire al mondo, come il
professore, mandato e la ragazza, mandata.
Chissà
come succede che uno lasci suo babbo e sua mamma e faccia coppia fissa con una
sconosciuta che poi diventa parte di sé e delle proprie cose, parenti amici e
chissà che altro?
Come
fa una ragazza a lasciare tutto ciò che è suo e non abbandonerebbe mai per seguire
uno mai visto mai conosciuto che la guarda, le prende la mano, la porta via “dove
tu non sai”?
Un
mondo, una lingua, un'aria, affetti non suoi per farsi compagnia in strade note
e misteriose su una promessa, la promessa che vale.
Gli
amici vicini, gli amici oltre il mare, quel mare d’Oriente dove tutto è
cominciato e tutto ricomincia e i bambini, i tanti bambini altrui che aspettano
chi li tiri su, chi li metta sulla strada della vita accompagnandoli nel
cammino, una scuola, la scuola del senso religioso.
Nel
tempo e nello spazio sempre diverso e sempre pieno, sempre dietro a quell'uomo
che marca i passi della loro vita.
E
le bambine perché restano sempre tali anche se se ne sono andate per tornare al
Nord dove tutto è cominciato. Come le rondini che tornano sempre a fare il nido
dove sono nate, sempre lontane e sempre vicine.
Costi
quel che costi, nel bene e nel male, nella salute e nella malattia, nelle gioie
e nei tanti dolori, sempre in cammino, mai lasciando gli amici. Perché?
Perché
fedeli a se stessi e a quella compagnia?
Nella
basilica di San Vitale, nell'ultimo lembo di terra imperiale di Roma, la terra
già piena di santi e di martiri, circondata dal mare dei barbari, illuminata da
tante tessere d'oro a formare la gloria del Re che non muore, brilla una
tesserina d'oro fra le tante, tutte smussate e composte, una per una.
Unica,
inimitabile, brilla fra le altre a formare un disegno che stupisce chi guarda e
ammira, come quella ragazza, come il professore lì vicino e gli amici del
destino e le bambine, le nonne, i bambini della terra dove tutto nacque e
quelli che non vedranno mai altro che i monti, dalla Sicilia così lontana,
dalla Repubblica più antica a quelli che ci aspettano per le nozze senza fine.
Tutte
tesserine d'oro!
Come
la ragazza dei monti, venuta dai monti al mare, vestita di bianco, quel giorno,
eterno nel tempo!
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