Le api, poverine, sono quelle che ci rimettono di più: sempre in giro per raccogliere il polline e farne scorta; se l'uomo usa i pesticidi, esse si avvelenano e muoiono. Soffrono il freddo e perciò dormono abbracciate.
Marcello camminava nel giardino mentre le api correvano tutt'intorno per il loro lavoro, andava su e giù, tra i fiori colorati pieni di profumo e pensava, pensava, poveretto, perchè aveva un bel problema...
Le api, da che mondo è mondo, sono belle, vanno d'accordo, si aiutano e non usano vestiti, eppure sono belle...come i fiori d'altronde, che non filano, non cuciono, eppure nessun uomo al mondo, da che mondo è mondo, è mai stato vestito così bene, nemmeno i re e gli imperatori, neppure Melania Trump e Coco Chanel.
Marcello non sopportava il peso del vestito e la scomodoità dei pantaloni, fossero pure quelli corti d'estate. Ricordava ben l'impiccio del suo costumino da bagno di lana con le bretelle, quando era piccolo al mare e il fastidioso arrossamento nelle gambe perché restava sempre bagnato dell'acqua del mare e la mamma lo cambiava coprendolo con l'asciugamano.
Non si dava pace.
Non poteva girare nudo, perché quando è freddo è freddo, e poi per rispetto verso i suoi amici e la ragazza della porta accanto ed anche per una questione di gusto...bello era bello, ma non era mica un'ape o un fiore!
Amava tantissimo le farfalle, questi simpatici vermetti volanti che, quanto a eleganza, non temono confronto con le più grandi "maison" francesi e italiane, da Valentino a Tom Ford, da Armani a Chanel. Non c'era partita: le farfalle, maschi e femmine, vestono così bene che c'è solo da contemplarle stupiti: non c'è sarto che batta in fantasia e varietà di abbinamento di colori Chi le veste...eppure sono solo vermetti!
Marcello aveva letto da qualche parte che le farfalle erano incolori, non usavano tinte.
Microscopici prismetti "incollati" sulle ali rifrangevano la luce, come fa il sole con le goccioline d'acqua nel cielo dopo la tempesta e voilà l'arcobaleno.
Ne era uscito pazzo e si era messo a pensare ad un vestito non vestito, cioè ad un vestito che non cè. "Le ali delle farfalle sono trasparenti, sembrano colorate; io voglio un vestito che non c'è e sembra che ci sia. Semplice, no?! Niente peso di vestiti, niente maniche strette o larghe, niente pantaloni lunghi o impicciosi, nudo come mamma mi ha fatto, col caldo e col freddo, senza sudare o tremare coi brividi, bello ed elegante come i fiori e le farfalle, semplice e modesto, comodo come un pigiama".
Marcello, a dire il vero, era un po' fissato, oggi lo direbbero "autistico", con tutto il rispetto per questi bambini più che intelligenti: in giardino, a scuola, in treno, in bagno, per la strada, in chiesa, nel supermercato, ovunque si trovasse pensava alla sua "invenzione", perché prima o poi l'avrebbe trovata!
Una semplice cintura o un cerchietto sulla testa? Un bracciale al polso sinistro o un anello alla caviglia?
Una sorta di piccolo bottone o un gioiellino per le femmine, che potesse generare una sorta di campo elettromagnetico o forse quantistico, che, perfettamente aderente al corpo in ogni sua parte, sporgenza o anfratto, potesse far apparire a piacere tutti i colori voluti, nella combinazione più opportuna e gradita e magari profumati così da non esserci più bisogno di distinguere le persone per razza o igiene quotidiana: un vestito cangiante a volontà, secondo le stagioni e il clima, le occasioni sociali o private, perfino in bagno o sotto la doccia.
Un vestito secondo la propria fantasia creatrice, secondo la propria mente.
Senza bisogno di armadi o di cassetti dove ripiegarli e riporli per tipo e per colore, per cambio di stagione.
Un vestito che non c'è!
Marcello passò tutta la propria vita a pensarlo, tutta la vita ammirò le api e le farfalle, tutti i suoi giorni si chinò sui fiori per goderne il profumo, ammirando e ringraziando chi li aveva voluti così
Non finì in manicomio come speravano tutti i suoi nemici, che nemici poi non erano, ma solo persone che non capivano.
"D'altra parte - ripeteva spesso - la Madonna quando appare è sempre bellissima e con vestiti sempre nuovi e splendenti. Chissà se Lei sa come si fa, se in Paradiso ci sono vestiti non vestiti?"
Una bella mattina di primavera, a metà del mese di Maggio, lo ritrovarono tra i fiori, seduto, con la testa leggermente reclinata sul lato sinistro. Aveva un vestito bellissimo. Lo raccolsero così, sembrava dormisse. Lo portarono in casa, lo adagiarono sul letto, fecero per togliergli il vestito...quale vestito? Non c'era!
Sul volto un sorriso appena accennato.
La Grande Signora, che aveva avuto tanta pazienza con lui, gli aveva svelato il segreto: il "vestito che non c'è" c'è!
C'è, ma solo nella Sua Casa!
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