martedì, ottobre 15, 2024

La mia amica Rosalina

Stamattina sono a casa da scuola. Niente paura, non sono un insegnante.

La mia bronco-pneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) ne approfitta sempre per farsi viva con la scusa di un raffreddore, un Covid qualsiasi o un'influenza di passaggio.

Sono qui che lavo i piatti della cena di ieri sera mentre in televisione parlano della giovane dottoressa siciliana scomparsa a Trento tempo fa, perché si sentiva vessata dai colleghi. Forse suicida, non si sa...

Così mi torna in mente la cara amica Rosalina, eccellente pneumatologa di Rimini.

Rosalina era più giovane di me, la stessa età dell'Alda, andavano a scuola insieme, ginnasiali di IV^. A quei tempi si diceva così. Gli studi classici dopo le Medie erano divisi fra ginnasiali, due anni e liceali, tre anni. Fra i due un'esame, uno dei tanti che si dovevano superare nella carriera scolastica; oggi resta solo l'esame di Maturità.

Alda ora vive in Africa, a Lagos, Nigeria, di famiglia riminese famosa e numerosa. Dirige un centro sanitario educativo molto stimato e finanziato dal Governo locale.

Rosalina non c'è più.

Rosalina è sempre nel mio cuore, nel cuore di tanti amici, di tanta gente che l'ha conosciuta. Rosalina ha già compiuto la sua vita. Nel lontano Natale del 1998, quando io non c'ero, ero a Taipei, ospite di Icio e Isabella, dei professori Icio e Isabella dell'Università Fu Jen.
Fu Rosa, al mio ritorno a dirmi: "La Rosalina è morta, la tua amica". 
Me lo disse in modo gentile, perché sapeva che ero molto legato a lei, gliene parlavo spesso. Rosa ha sempre avuto con me un rapporto di protezione e di affetto. Una carissima collega.
"Come mai?" chiesi. 
Stimavo molto Rosalina, mi aveva tirato fuori dai guai, i miei guai polmonari, più volte, dicendomi: "Lo faccio per te, perché lavoro solo qui, in Ospedale e sono stanca e malandata e sto scrivendo un libro, un testo per l'Università". 
"Me ne regalerai una copia, vero? Ci tengo". Me la promise. Quel libro non è mai arrivato.

Si sa che le ore non funzionano allo stesso modo in tutto il mondo: mentre c'è l'alba in Cina a Roma si è ancora nel primo sonno, 7 ore circa. 
Quel Natale lo passai con i due amici insegnanti in chiesa a mezzanotte e a pranzo da una famiglia amica sino-francese con figli bellissimi in un posto bellissimo fuori città.
La sera di quello stesso giorno, fra Natale e Santo Stefano a Rimini, Rosalina, sola, in casa, si uccise.

Come dolore ancora non si spegne, come certezza sono sereno perché, sola e rifiutata, non da chi le voleva bene, fu accolta e consolata. Ne sono certo. Rosalina non può essere andata persa, non lo è. Per questo chiesi a Don Giancarlo, qualche tempo, dopo di celebrare una messa per lei.

Mi dissero che il buon Dr. Corvetta, il suo Primario, si rimproverò molto di non averle concesso le ferie qualche giorno prima, facendosi una colpa di non aver compreso la situazione in cui versava Rosalina.

Rosalina era una bella 14enne, con gli occhiali e le trecce, se ricordo bene (sono passati tanti anni) vivace, intelligente anche se aveva già problemi alle anche. Una volta succedeva a molte femmine, non c'erano tanti esami o attenzioni verso i neonati e capitava che non ci accorgesse delle displasie o non si avesse modo e strumenti per accorgersene in tempo, parola di fisioterapista.
Era entusiasta di aver incontrato amici per la vita in GS, per questo aveva invitato anche Alda ed erano amiche, molto amiche e non solo compagne di classe. Col tempo, scelte e dispiaceri avevano giocato la loro parte e Rosalina aveva preso altre strade; ma che Pneumologa!

L'avevo persa e ritrovata. Lavoravamo insieme nello stesso Ospedale. Amici come lo eravamo sempre stati. 
L'amicizia è per sempre, come dice Bubi, come i fiumi del Carso: scorrono sulla terra, poi scompaiono sotto e ricompaiono più in là, sempre loro, gli stessi.

"Le grandi acque non possono spegnere l'amore nè i fiumi travolgerlo" leggevamo stamattina nel Cantico dei Cantici. 
Ecco perché mi è venuta in mente Rosalina, oggi, lavando i piatti, ascoltando alla TV della a me ignota dottoressa scomparsa siciliana a Trento.

Ecco perché sono certo che anche la mia cara amica che non c'è più, c'è ancora e non morirà più. Nulla e nessuno ci può più separare. 
C'è solo un velo, un semplice velo, provvisorio.

A rivederci, Rosalina!😊